Il ruolo dell’acqua nel disegno di Piancastagnaio
Nello scoprire di Piancastagnaio, preme illustrare come l’acqua, o meglio la sua fruizione, abbia grandemente influenzato la sua urbanistica e architettura. Infatti il paese appare diviso in tre zone, chiamate terzieri, corrispondenti a grandi linee all’evoluzione urbanistica e la sua espansione è dettata principalmente dalla presenza d’acqua. Il paese presenta la tipica tipologia a ventaglio, sviluppatasi per successivi avvolgimenti attorno al nucleo più antico.
Il primo nucleo è identificato nel terziere chiamato di Castello, in origine “Castello de Piano”, che si sviluppava appunto attorno al castello ed era delimitato dalla prima cerchia di mura che iniziava dalla Rocca. Significativo che questo primo nucleo abitativo non sorgesse a nord-ovest della rocca, zona pianeggiante ma prima di sorgenti, ma piuttosto a valle della rocca lungo gli speroni delle rocce trachitiche, ove sorgevano numerose sorgenti.
Il secondo nucleo chiamato terzo di Borgo si sviluppa attorno al 1200 dopo la raggiunta autonomia comunale, “sotto ripa” nella zona sud-est. Anche in questo caso è da sottolineare la presenza d’acqua; in particolare la fonte posta all’interno della porta sud di Borgo, detta per ciò Porta di Fontanella, che serviva esclusivamente ad uso potabile, essendo vietata come lavatoio. Questa fonte appare ora di modeste dimensioni, ma doveva presentarsi come invitante luogo di riposo e principale punto di approvvigionamento d’acqua per gli abitanti. Sorgeva entro uno spazio roccioso lasciato libero da costruzioni per mantenere la purezza della sorgente ed era adornata da un portico a volta, sorretto da pilastri in pietra, tre dei quali si possono ancora notare inglobati nella muratura dell’edificio, che in seguito vi fu sopraelevato. Appena fuori dalla porta est di Borgo era invece ubicata la fonte denominata appunto “di Borgo” o “del Canale”, perchè veniva alimentata dall’acqua del fosso dei Frati per mezzo di una condotta che seguiva la base della scogliera. Questa fonte serviva non solo per approvvigionamento, avendo numerose cannelle per l’acqua potabile, ma anche per lavare i panni per la presenza di ampie vasche riparate da possenti porticati.
Il terzo nucleo, il più recente, denominato Terzo di Voltaia, si sviluppa senza interruzioni di costruzioni ad ovest, sempre “sotto ripa” in una zona più infelice delle altre in quanto completamente pietrosa. Per questo motivo questo terziere fu sempre considerato dagli abitanti con una certa disistima. Appena fuori dalla porta di Cancello, vi era ubicata una fonte detta “di Voltaia”, importante per l’abbondanza d’acqua che scaturiva dalla scogliera della Liccia. Questa fonte, oltre che di cannelle per l’acqua potabile, era attrezzata di abbeveratoi, lavatoi, vasche per le doghe, per la macerazione del lino e della canapa, per il lavaggio e candeggiatura della lana ed anche per la tinteggiatura dei panni. Tutto il complesso veniva indicato con il nome di fonte delle Capanne perché vi erano numerose case sparse, abitate dai lavoranti ed affetti ai vari servizi.
Da quanto scritto emerge come l’acqua fosse tenuta in grande considerazione dagli abitanti di Piancastagnaio, non solo per il sostentamento fisico, ma anche perché mezzo indispensabile per le attività agricole ed artigianali del periodo.