Era indicata negli Statuti con il nome di Fonte delle Capanne per le numerose case sparse che vi si trovavano intorno (abitate dai lavoratori e addetti ai vari servizi); aveva cannelle, abbeveratoi, lavatoi, vasche per le doghe e per la macerazione del lino e della canapa e anche per la tintura dei panni (poco sotto vi è il podere La Tenta). Fonte assai importante per l’abbondanza di acqua che scaturiva dalla scogliera della Liccia.
Il luogo era frequentato dai viaggiatori che sostavano al Campo Ca’ Ciaio (una locanda notturna che serviva da stazione di servizio per i viandanti), da donne, da lavoranti e da bambini.
Vi erano anche i “meriatoi”, spazi alberati per riposarsi alla “meria” cioè all’ombra e guai a chi non li rispettava; tagliarne un albero costava una pena di cento soldi (L. V cap. 4).
Nel 1632 il marchese Bartolomeo vi fece costruire poco lontano una lavanderia privata e dei bagni detti “Lo Spogliatoio” .
Di recente ristrutturazione, è tornata all’originale bellezza.